Creatività , spazio potenziale e sintomi nell’infanzia …


Il bambino, per la psicoanalisi, viene al mondo in uno spazio che già lo preesiste e che lo accoglie.
Questo spazio è il luogo in cui i suoi genitori lo hanno pensato.
Desiderarlo, immaginarlo, aspettarsi un comportamento o un tratto di carattere, sono gli innumerevoli modi che ci consentono di accogliere un bambino.
Questo luogo, che lui abiterà e sperimenterà inizialmente, è un luogo a metà fra il suo corpo ed il corpo della madre. Le interpretazioni di quest’ultima dei suoi pianti e dei suoi sorrisi, faranno sì che il piccolo possa esprimersi come soggetto e non solo come oggetto di cure e di attenzioni.
Per Winnicott la madre è uno spazio potenziale. In essa il bambino può sperimentarsi e, quindi in un certo senso, “ crearsi”.
Per questo pediatra e psicoanalista illuminato, la madre inizialmente è il perno, il centro della vita del bambino, il suo sostegno fondamentale e primario.
“Lo spazio materno” è lo scenario delle prime frustrazioni e /o soddisfazioni.
E’ il luogo di incontro con il padre, con la famiglia, con il sociale. Già il gioco della presenza ed assenza materna introducono il neonato all’esperienza della mancanza e dunque all’esperienza del “desiderare” qualcosa che non è, giustamente, sempre presente.
La possibilità di chiedere, di chiamare a sé, è fondamentale per ogni soggetto. Non saturare questo spazio, lasciare che il bambino sperimenti, pur con le dovute cautele, è il compito di ogni genitore.
Il gioco diviene, in questo senso, uno strumento per rivivere gli aspetti positivi e negativi delle relazioni che il bambino intercorre con le sue figure di riferimento e con il sociale in cui è immerso.
Prendiamo ad esempio una famiglia con più figli: ogni fratellino sarà diverso dagli altri. Non ci sono bambini uguali! Ogni bambino produrrà un suo modo specifico per relazionarsi con l’altro.
In questo senso anche il sintomo di un bambino, è il messaggio particolare che pone all’altro famigliare ed è in relazione con lo spazio stesso che la famiglia gli consente di avere.
Un sintomo, che è l’indice di una sofferenza soggettiva, è anche una creazione particolare e specifica di quel bambino. I sintomi infatti possono essere simili tra soggetti diversi ma avere cause e modalità di manifestazioni assai differenti.
Il sintomo è una produzione creativa di quello specifico bambino. Si mostra all’interno di un determinato contesto ed è in relazione con l’altro con cui il bambino si rapporta: I genitori, la famiglia più allargata, la scuola , il gruppo di amici ecc..

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