Condivisione e sport!

Cosa è mancato, tra le tante cose “mancate”, in questo anno e mezzo di pandemia?
Cosa hanno sognato e desiderato i ragazzi e le ragazze in questo anno e mezzo, tra le tante cose sognate e desiderate?
Condividere…
Sembrerà assurdo agli occhi degli adulti più incalliti ma la mancanza di condivisione e il desiderio di inclusione sono “parole” che abbiamo ascoltato continuamente in colloquio dai ragazzi.
La mancanza di condivisione, di gioia, di “essere fuori in compagnia”, sono temi trattati e macinati in questi mesi attanagliati dal lockdown. Come l’essere accettati per ciò che si ritiene di essere, oltre l’aspetto, oltre il genere, oltre la definizione che ci si ritrova attaccata spesso addosso.
Abbiamo ascoltato i silenzi deI ragazzi aberrati e schiacciati dalla solitudine. Dal riversare le giornate su loro stessi. Nemmeno uno sport di cui potersi lamentare, un gruppo da cui desiderare allontanarsi, uno sport da odiare al momento opportuno. Una competizione da perdere. Un adolescenza da vivere dunque!
Perché provare, sforzarsi e lamentarsi, contrastare e separarsi è, diciamolo a gran voce, VIVERE.
Queste Olimpiadi piene di ragazzi gioiosi che sanno perdere, che provano a vincere, che lottano per un sogno più o meno personale, che piangono e che ridono. Che vincono o si misurano con i propri limiti, sono la cartina tornasole del nostro tempo.
Hanno ascoltato in silenzio, hanno patito la dad, hanno vissuto per un tempo
Indefinito la casa come fosse l’unico luogo possibile.
Ma ci sono ancora! Ed è una gioia per noi adulti, poter constatare che sotto quella che ci sembrava cenere e che molti genitori preoccupati hanno creduto essere “tizzone spento”, in realtà brulicava forte e incredibile la potenza vitale del vivere e la consapevolezza che la gioia, rara ma possibile, la si possa sempre condividere!


 

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